lunedì 27 gennaio 2014

Cooking Lab - California Bakery

Finalmente, martedì 21 gennaio è arrivato e con lui il mio attesissimo corso di cucina da California Bakery.
 
 
Per chi non lo conoscesse, California Bakery è una catena di negozi che propone ricette dolci e salate tipiche della tradizione americana. I locali, accoglienti e curati in ogni dettaglio, sono sempre pieni ed è possibile consumarvi colazioni, merende, pranzi, brunch domenicale oppure ordinare take away. Personalmente, nonostante i prezzi medio-alti, lo consiglio a tutti almeno una volta per assaggiare un piccolo angolo di America nella nostra cara Milano. Da qualche tempo, poi, hanno aperto i Cooking Lab. Si tratta di veri e propri laboratori monotematici in cui una chef specializzata in golosità d’oltreoceano insegna i trucchi della preparazione e i segreti per “tradurre” ed interpretare le ricette americane. A mio avviso, la particolarità del corso è che, prescindendo dal fatto di imparare a cucinare dolci che non fanno parte del nostro quotidiano, ci permette di conoscere e scoprire le differenze di base che esistono tra il metodo italiano e quello del mondo anglosassone. Infatti, molti non sanno che laddove noi misuriamo tutto in grammi, loro parlano di cups. Il nostro lievito per loro è baking soda (bicarbonato di sodio) e, molto spesso, le cups lasciano spazio ai teaspoons. Ora, per chi conosce l’inglese, nessuna sorpresa ma forse vale comunque la pena ascoltare un’esperta che in modo simpatico e divertente ci presenta la cultura alimentare americana e ci guida attraverso passaggi che noi italiani affrontiamo in modo diverso.
E quindi, ecco come funziona. Sul sito web http://www.californiabakery.it/cooking-lab.html nella sezione Calendario trovate l’elenco dei corsi programmati per i prossimi mesi e le date in cui avranno luogo. Generalmente i corsi si tengono la sera dalle 18.30 alle 20.30 per permettere a chi lavora di partecipare. Dopo aver scelto la lezione che fa per voi (tutti consigliano la Cheesecake!!) potete contattare Michela scrivendo a infocookinglab@californiabakery.it e prenotarvi per il corso selezionato. Di solito le lezioni sono tenute presso la sede centrale, in piazza San Simpliciano (zona Brera) dove, alle spalle del negozio vero e proprio c’è la cucina professionale in cui preparerete le vostre creazioni. A differenza degli altri corsi di cucina a cui ho partecipato, qui, l’attenzione al dettaglio, fa veramente la differenza.
Al vostro ingresso sarete accolti da un membro dello staff che vi farà depositare giacche e borse in un armadio chiuso a chiave, vi indicherà il bagno per lavare le mani e vi accompagnerà in cucina dove troverete ad attendervi, oltre ad una postazione attrezzata con tutti gli ingredienti già pesati, un grembiule in cotone che a fine lezione porterete a casa. La classe si compone di sei “allievi”, la chef e la sua aiutante che vi seguiranno passo passo nella preparazione. Innanzitutto ci tengo a segnalare l’attenzione alle norme igeniche del gruppo. Per prima cosa ogni partecipante lavora alla sua personale preparazione che segue dal principio fino alla conclusione e che, a fine serata, potrà portare a casa. Gli ingredienti e le cotture dei partecipanti sono tenute separate in ogni passaggio grazie all’uso di teglie singole o di vassoi su cui viene scritto il vostro nome di modo che sia impossibile confonderli. Potete star quindi certi che nessuno toccherà la vostra creazione e, soprattutto, che quello che porterete a casa sarà il frutto del vostro impegno e non di una collaborazione (come avviene di solito ai corsi di cucina). Inoltre, ciascuna postazione è dotata di spray disinfettante e panno umido e dopo aver tagliato ingredienti come carne cruda o salumi vi viene chiesto di disinfettare gli strumenti usati. Sembra cosa da poco? Fidatevi, non è così: altre scuole permettono di tenere capelli sciolti e svolazzanti sopra ai cibi e nessuno impone ai partecipanti di lavare le mani prima di impastare ciò che, a fine corso, mangerete tutti insieme. Quindi insisto: basta qualche piccola regola per fare la differenza. A fine lezione, poi, vi verranno consegnati vassoi, sacchetti, bicchieri in cui potrete riporre la vostra creazione se, come me, avrete scelto una ricetta che si cuoce e raffredda in poco tempo, altrimenti, vi sarà chiesto di passare a ritirarla il giorno seguente.
Insomma, il prezzo non è bassissimo (55 euro circa a lezione) ma il servizio offerto e il livello di gestione/organizzazione li valgono fino all’ultimo centesimo. Personalmente dopo aver frequentato diversi corsi di cucina mi sento di consigliarlo a chi non desidera semplicemente passare “una serata diversa” ma divertirsi imparando veramente qualcosa di nuovo. E sarà comunque una bellissima “serata diversa”!

lunedì 20 gennaio 2014

Fusilli doppia C (Carciofi & Calamari)

A onor del vero va detto che questa deliziosa creazione è opera della mia mamma. Si tratta di un piatto squisito e scenografico che richiede davvero poco tempo ed è piuttosto semplice da preparare. Unica noia? Pulire i carciofi!

 
Ingredienti per 4 persone:
3 calamari puliti (quelli surgelati sono fantastici!)
3 carciofi
Prezzemolo
Un bicchiere scarso di vino bianco

 
Olio
Uno spicchio d’aglio
30 gr di patè di olive nere o olive taggiasche denocciolate
300 gr di fusilli







Preparare l’acqua per cuocere la pasta. Nel frattempo pulire i carciofi e tagliarli a fettine molto sottili. Farli rosolare in padella con poco olio e uno spicchietto di aglio.

Dopo un paio di minuti aggiungere i calamari tagliati a listarelle sottili e far rosolare per qualche istante. Sfumare con il vino bianco e lasciare evaporare per qualche minuto.


Quando l’acqua bolle, salate e buttare la pasta.

 
Scolatela al dente (3/4 minuti prima del tempo di cottura indicato sulla confezione) avendo cura di tenere da parte l’acqua di cottura. Aggiungete la pasta al sugo di carciofi e calamari e terminate la cottura in padella, usando l’acqua di cottura.

Una volta cotta, a fuoco spento potete aggiungere il patè o le olive taggiasche e cospargere con abbondante prezzemolo fresco. Successo garantito!
Idea! Se volete dare un tocco di colore al piatto, potete aggiungere alla ricetta due cucchiai di curcuma in polvere. Fate scaldare molto bene l’olio con la curcuma e, una volta caldo, aggiungete i carciofi. Otterrete un bel colore giallo senza alterare il sapore della pasta. Oltre alla funzione colorante la curcuma possiede innumerevoli benefici tra cui il contrastare l’insorgere di alcuni tumori. La trovate in polvere in qualsiasi erboristeria.

 

domenica 19 gennaio 2014

Giornata speciale: biscotti!


Piccola premessa: tutti gli anni, a Natale la mia famiglia mi regala qualche accessorio per la cucina. L’anno scorso, tra le altre cose, le formine per tagliare i biscotti. E così a Natale di quest’anno volevo fare i biscotti perché, diciamocelo, fare i biscotti è un’assoluta figata! Facile, veloce, divertente, economico e si sporca pochissimo. Purtroppo, però, l’ideona di fare i biscotti si è presto trasformata nella malsana pensata di provare a fare i Macarons, quei maledetti pasticcini francesi dai colori brillanti: tanto lavoro, montagne di utensili da lavare e un risultato mediocre e assolutamente poco soddisfacente. Ma questa è un’altra storia che senz’altro merita di essere raccontata a breve! Ad ogni modo, come vi dicevo volevo fare i biscottini natalizi ma poi non li ho fatti e così ieri, avendo un po’ di tempo e un’insostituibile commis ad aiutarmi (mia sorella Francesca nonché fotografa dei miei piatti), mi sono finalmente dedicata all’uso degli stampini coppa pasta. Primo passo: trovare la ricetta giusta. Volevo fare dei frollini semplici ma leggeri, così per evitare calorie inutili ho sostituito gran parte del burro con yogurt bianco. E siccome ero in vena particolarmente light ho comprato quello magro. Meglio di così...!
 
 
Per la frolla:
300 gr di farina bianca OO
Una bustina di lievito in polvere (io ho usato quello per pizza che va comunque benissimo!)
110 gr di zucchero semolato
1 tuorlo d’uovo
Un vasetto di yogurt bianco magro (125 gr)
75 gr di burro a temperatura ambiente
Una bustina di vanillina (facoltativa)
Per la guarnizione:
Miele d’acacia
Codette di zucchero colorate

 
Usando una frusta sbattere il tuorlo con lo zucchero facendolo amalgamare bene.  Aggiungere il burro ammorbidito a temperatura ambiente e tagliato a piccoli tocchetti.
 
 
Mescolare per bene il composto e aggiungere lo yogurt –io a questo punto ho aggiunto una goccia di colorante alimentare rosa perché lo avevo in casa e volevo dargli una lievissima sfumatura ma, naturalmente, è una questione puramente estetica e non necessaria ai fini della buona riuscita dei biscotti- la farina setacciata, il lievito e la vanillina.

Incorporare bene formando una palla con una consistenza abbastanza appiccicosa. Avvolgere nella pellicola e lasciare riposare in frigorifero per almeno mezz’ora.

Trascorso il tempo di riposo, tagliare piccoli quantitativi di frolla e sentenderli su una spianatoia infarinata con le mani formando una sfoglia spessa (circa 15 mm).
 
Tagliare i biscotti usando le formine e posizionarle su una placca rivestita di carta forno. Se non avete le formine potete usare tranquillamente un bicchiere oppure formare con le mani delle palline che appiattirete leggermente una volta posizionate sulla placca da forno.

Far cuocere per 10/15 minuti a 180° con forno statico.
Una volta estratti i biscotti e fatti raffreddare, sciogliere un po’ di miele nel microonde (massimo 15 secondi a temperatura bassa perché bolle in un lampo!). Con un pennello applicate il miele sciolto sui biscotti e cospargeteli di codette di zucchero. Fate riposare qualche secondo e poi scrollateli bene per eliminare l’eccesso. I biscotti si conservano bene sotto una campana per dolci o, ancora meglio, in una latta.
 
Idea! Al posto della farina bianca potete usare farina integrale per rendere l’impasto più rustico e sostituire lo zucchero semolato con lo zucchero di canna. In questo caso il mio suggerimento è di evitare la bustina di vanillina ma, piuttosto, usare un pizzico di cannella per aromatizzare. Otterrete dei biscotti leggermente più scuri e assolutamente deliziosi. Provare per credere!   ;)

 

giovedì 16 gennaio 2014

Un nuovo inizio!


31 Dicembre 2013, Ore 23:42.

Seduta a chiacchierare amabilmente con un’amica sull’elegante divano della casa di campagna del nostro ospite. Intorno a noi chi balla, chi gioca a poker e chi scambia due parole vicino ai tavoli del buffet. È la notte di Capodanno e tra esattamente 18 minuti tutto questo verrà interrotto da auguri, spumante, baci, lenticchie e cotechino. All’improvviso la mia amica mi dice: “I propositi. Non abbiamo fatto i propositi per il nuovo anno!”. I propositi. Giusto. Ed ecco perché io detesto il Capodanno. Non sono mai stata brava a fare progetti né a prendere decisioni importanti e l’idea di farlo proprio alla vigilia di un nuovo anno mi ha sempre resa nervosa. E triste. Soprattutto triste. Sì perché, onestamente, per quanto mi riguarda si è sempre trattato più di una notte di bilanci che di nuovi inizi da festeggiare e gennaio mi ha sempre messo molta ansia.

Tuttavia, ecco anche questa volta sul piatto della bilancia il mio anno: la fine di un Erasmus, il ritorno a Milano, mesi di studio, l’inizio di un lavoro, la fine di un lavoro, l’ultimo esame universitario, amicizie consolidate, la tesi, ansia, stress, ansia, ansia, ansia, amiche ritrovate, panico, la laurea, feste feste feste, ricerca di un lavoro (mi sono laureata, cavolo!), niente lavoro, crisi, depressione. Questo il mio 2013 in breve. Di certo non una grande annata, no? Ad ogni modo, come sempre, finito il bilancio, scatta il domandone: e quindi questo 2014? Quali sono i progetti? Cavolo, i progetti. Perché io non so cosa voglio? Perché non ho mai avuto le idee chiare sul mio futuro? Ho sempre invidiato chi, alla domanda “Dove ti vedi tra 5 anni?” non entra nel panico inizando a balbettare frasi sconnesse tipo “mah…tra cinque anni…non saprei…forse mi piacerebbe avere un lavoro d’ufficio a Milano…ma anche viaggiare spesso in America…anzi, una famiglia e una vita tranquilla”. Ma, ovviamente, io non rientro tra i fortunati possessori di questa dote.

E così, il mio misero e triste progetto per il nuovo anno si riduce a un vago “trovare un lavoro”. Già, ma che tipo di lavoro? E dove pensi di cercarlo? Cosa ti piace fare? Ecco la classica spietatata valanga di domande scomode. Beh, quello che mi piace è cucinare, ma non ho fatto una scuola professionale. Amo leggere e ancora di più scrivere ma non ho mai pubblicato nulla. Mi diverte raccontare, comunicare, ascoltare. Divoro libri di cucina e frequento corsi su corsi. Mi piace provare nuove ricette, riprodurle, modificarle. Adoro organizzare cene, feste, progettare menù, occuparmi della scenografia, della presentazione e perfezionare l’arte del ricevere. Mi occupo di ogni aspetto: dalla scelta dei cibi a quella dei segnaposto studiando ogni dettaglio per non lasciare nulla al caso. Queste sono le mie passioni. Forse non potrò farne un lavoro ma intanto perché non iniziare a condividere le mie esperienze con tutte quelle persone che amano cucinare ricevere nonostante i pressanti ritmi della vita quotidiana?
Ecco quindi il mio proposito per il 2014: iniziare un blog che racconti di me e delle mie passioni ma che, soprattutto, possa ispirare chi ama provare qualcosa di nuovo e servire da spunto per scambiarci idee e suggerimenti. Non ho la pretesa di insegnare niente, desidero semplicemente condividere con chi avrà voglia di leggere queste pagine trucchi che imparato, esperienze vissute, esperimenti riusciti (o molto spesso falliti!), opinioni, aneddoti, suggerimenti -e chi più ne ha più ne metta- con la speranza che possano esservi utili o che, quantomeno, riescano a strapparvi un mezzo sorriso!
Decisamente un nuovo inizio!